Lo studio analizza il fenomeno del controllo del creditore sull'attività svolta dal debitore attraverso l'analisi di fattispecie «tipiche» e clausole «atipiche» ricorrenti nella contrattazione bancaria. Partendo dalla consapevolezza che qualsiasi controllo sull'attività debba trovare una giustificazione ordinamentale nel rispetto dei principi costituzionali e in specie della libertà di iniziativa economica, la riflessione si è concentrata sui limiti dell'ingerenza creditoria. Il lavoro, mediante l'esame della prassi, evidenzia come l'interesse creditorio si stia sempre più spostando dal patrimonio alla prestazione e pone l'accento sulle conseguenze applicative della progressiva erosione dell'esclusività del tradizionale binomio costituito dai diritti reali e personali di garanzia.