"Se un'autobiografia è la biografia dell'Io, questa di Pagliarani è l'autobiografia del Noi, di tutti quelli che come noi avevano attraversato gli anni Trenta e Quaranta, con quanto essi comportano: il fascismo, la povertà, lo sfruttamento, guerre coloniali, guerra civile spagnola, la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza. Un'autobiografia "collettiva" che egli ha trovato il suo bel modo di rendere singolare in virtù di uno stile piano, nitido e scorrevole come non è mai stata la sua scrittura di poeta, che notoriamente scarta dal percorso, interrompe il discorso, scende nel parlato e spicca il volo verso il concetto arduo da mettere in musica moderna. Se il linguaggio è il territorio oscuro nel quale prima o poi lo scrittore incontrerà la propria vicenda, ebbene Pagliarani è arrivato in tempo all'appuntamento che la storia e lui stesso si sono dati. Il successo che ora lo pone ai vertici della poesia contemporanea è solo la prova che egli ha detto al suo tempo la verità. Perché è questo il bello della letteratura: avere narrato un'avventura che solo più tardi i lettori capiscono d'aver condiviso. E la veridicità dei fatti è premessa e promessa di verità che non potrà essere smentita." (dalla prefazione di Walter Pedullà)