Fotografo autodidatta, Michele Pellegrino ha "scoperto" la fotografia da adulto e da quel momento non l'ha più abbandonata. Da più di cinquant'anni infatti l'obiettivo di Pellegrino indaga soprattutto i paesaggi della sua provincia d'origine, il Cuneese, e in particolare le Langhe, riconosciute patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 2014. A questi luoghi ha dedicato intensi scatti in bianco e nero, dove la storia del territorio e le storie di chi lo abita trovano una rappresentazione che va al di là del dato documentario per intrecciarsi anche a letture molteplici e sfaccettate, in costante dialogo con il pensiero di grandi intellettuali quali Cesare Pavese e Luigi Pareyson. Che siano ritratti - come nella sua prima produzione concentrata sugli ultimi contadini e sulle religiose in clausura - o terre arate e misteriose, a trapelare è la grande cultura di un occhio capace di restituire una verità che va oltre il dato superficiale. Questo volume illustra, attraverso 150 scatti riprodotti nella pienezza del grande formato, i passaggi più significativi della produzione di Pellegrino: dagli orizzonti burrascosi e aperti del mare, alle vette minacciose e impervie della montagna, alla quiete sospesa dei boschi e della pianura. Edizione bilingue italiano/inglese. Traduzione di Gavin Williams per Scriptum, Roma.