È finito il tempo delle fratture sociali nette e dei conflitti tra gruppi sociali definiti, ma non per questo vengono meno situazioni di oppressione. Sulla scorta di De Certeau, il volume riconosce la presenza di pratiche di resistenza che, magari in modo non del tutto consapevole, creano spazi di opposizione a forme di potere pervasivo. Pratiche spesso sotterranee, che emergono e si radicano nella vita quotidiana, non solo luogo della routine statica: in essa i soggetti riescono a elaborare nuove forme di esperienza, da cui possono scaturire frammenti di nuova aggregazione sociale e di convivenza, aprendo spazi per «politiche del possibile», ricollocazioni nel tempo, inediti confronti con radici collettive ed emozioni e sentimenti personali.