È la primavera del 1982, i giorni della settimana santa, quando Nicola Savarese - che insegna presso l'Università di Lecce - introduce al teatro un giovane, quanto inconsapevole, studente di Antropologia, Salvatore Tramacere, che si trova impiegato come facchino e trovarobe per la filmazione dello spettacolo "Come! And the Day will be Ours dell'Odin Teatret". Dall'incontro con gli stravaganti stranieri giunti dal nord e guidati da Eugenio Barba, si accende la scintilla che sarebbe divenuta il Teatro Koreja. Qui ha inizio questa storia teatrale, le cui origini e sviluppi sono stati ripercorsi attraverso i documenti conservati nell'archivio dell'ente: un fondo complesso e variegato che raccoglie la documentazione prodotta in quasi quarant'anni di attività, tutelato dalla Soprintendenza Archivistica della Puglia dal 2007. Scorrere le carte conservate in un archivio è un po' come attraversare strade e vicoli di un villaggio che resta vivente nella memoria. Una memoria che è dell'individuo ma anche della comunità: faldoni, cartelle, videocassette, schedari con foto e diapositive, manifesti, fogli di sala, programmi, diari, taccuini, etc. raccontano di una giovinezza e di una maturità, raccontano una periferia del Meridione d'Italia, l'ansia di esistere, di resistere alla noia, alle droghe, alla norma, raccontano la ricerca di una strada che diventa metodo per una doppia identità: quella teatrale di frontiera e quella culturale del fare nella e per la comunità. Cosicché il lavoro condotto sulle carte e attraverso le memorie dell'archivio vivente restituisce una storia che è un piccolo tassello della più ampia storia teatrale del Novecento italiano.