Non è vero ma ci credo. È il mantra con cui tutti i napoletani sono costretti quotidianamente a interfacciarsi, volenti o nolenti. Perché non importa se tutti sanno che un gatto nero che ci taglia la strada è assolutamente innocuo, che il sale rovesciato sulla tavola è solo una rogna da ripulire e che i fantomatici malocchi degli jettatori non sono altro che dicerie. Il napoletano, tutto questo, razionalmente, lo sa: eppure è sempre portato a prendere le dovute precauzioni, perché fidarsi della propria ragione è bene, ma fidarsi dell'istinto è meglio. Ed ecco allora che fare il gesto delle corna o toccare ferro per scongiurare l'ipotesi detta a voce alta di un evento non desiderato diventa quasi un tic insopprimibile; tanto vale a questo punto munirsi di oggetti che le eventualità sfortunate le tengono perennemente a distanza. Di qui l'uso, sconsiderato a Napoli ma diffuso in tutto il mondo, di piccoli amuleti carichi di energia positiva per attirare la fortuna. E, in questo piccolo vademecum, viene spiegato il perché, ad esempio, a Napoli, il 13 sia considerato un numero fortunato, o perché il ferro di cavallo vada appeso con le punte all'insù; accompagnato da una deliziosa mattonellina in creta del Maestro Mario Iaione con il vostro portafortuna preferito, da tenere sempre con voi...non si sa mai!