Applicando il metodo genealogico al fenomeno populista e sovranista, Ronchi ne individua l'origine nella moderna metafisica della libertà e nell'affermazione del primato della volontà sull'intelletto. Il populismo sovranista rivela così di avere padri nobili e insospettati, gli stessi che vengono additati come esempi di resistenza al "pensiero unico": dal Dostoevskij del sottosuolo all'osannato Pasolini corsaro, dall'anarca di Stirner al Bartleby Melvilliano, senza trascurare la convergenza del populismo con le istanze più critiche del postmodernismo. La somiglianza di tale fenomeno politico con il fascismo non va intesa nel senso della ripetizione di un modello, ma come una risposta alla stessa domanda che ha portato al fascismo storico.