Questo poema autobiografico è stato pubblicato per la prima volta sulla rivista "Nuovi Argomenti" nel 1980, a cura di Enzo Siciliano. Curioso è lo spunto di partenza: una risposta a un non identificato intervistatore degli Stati Uniti, riguardo al proprio lavoro. "Testo brutale, episodico, intenzionalmente epidittico per la volontà di presentarsi a un ipotetico pubblico nuovo, quello americano, che non lo conosce probabilmente che come cineasta; ed ecco Pasolini ripercorrere in excursus momenti salienti del suo passato, gangli vitali della sua creatività, il Friuli di Casarsa, la madre, la morte del fratello, il rapporto col padre, la fuga a Roma, le prime pubblicazioni, i processi: avvenimenti e episodi che il lettore italiano di allora conosceva bene, perché disseminati in tante opere o perché pertinenti alla cronaca; poi nella parte ultima due lunghe sequenze sull'attualità: la prima concernente lo stato dei lavori in progress, e l'altra che sta a metà tra una dichiarazione di poetica, un manifesto filosofico-esistenziale e una disperata comunicazione."