Un canzoniere politico dedicato alla vita municipale non è consueto. Uno Spoon River emiliano che si riverbera nel Crostolo. Una città che rivive nei suoi difetti morali, fisici, nelle sue polemiche, vizi e virtù, di difficile equilibrio sulla bilancia, tutta carica dei primi. Umori grevi, linguaggio quotidiano fatto di cose, bozzetti non certo di manierismo letterario, che scavano ambizioni, frustrazioni, livori. Se vogliamo un estremo per verificare una scala del politicamente scorretto, ecco le composizioni politiche di Giovanni Ramusani, ce ne forniscono il metro di misura. Reazionario? conservatore? liberale? malvone? codino? Non si può impagliare Ramusani in una definizione, da cui lo stesso fugge anche quando se l'attribuisce. I suoi valori sono tutti definitivi, ha certezze, rispetto per la famiglia, gli amici, la città, il lavoro delle campagne, il suo lavoro, che apre la via ad una dinastia di grandi bonificatori. Geniale, onesto, operoso lo ricorda Giuseppe Grasselli: un galantuomo. Sandro Spreafico lo colloca nelle regioni alte della politica, quasi uomo di confine a Reggio tra il vecchio temporalismo ed il nuovo conciliatorismo ecclesiastico, non casuale, ma provvidenziale per traghettare nell'ostile mondo liberale sotto i panni d'un vernacolismo intrigante i valori della tradizione cattolica.