Poesie della cecità ospita la biografia di donna e di poeta di Lamia Makaddam con la sua straordinaria capacità di generare immagini poetiche e di condensarle visivamente in testi che sono guidati da eventi quotidiani - dalla cucina alla casa, dalla famiglia all'amicizia, dalla solitudine all'amore - tratteggiati con autonomia stilistica, scritti nel poco tempo libero «quei pochi minuti che trascorro in bagno, nella vasca, a mangiare, camminare e dormire.» Sono poesie della cecità, claudicanti momenti di crisi, disperazione, improvvisa tenerezza, di fronte ai quali l'autrice si pone come qualcuno che ha perso la vista, ma senza per questo indietreggiare. «Questi sono testi immaginari, proprio come la cecità, vi sembro forse cieca? Vedo pienamente con gli occhi.» Versi in cui ogni istante è inseparabile dalla poesia che l'accompagna, dalla necessità di orientare in senso poetico le relazioni umane, la concezione del mondo, pur nella consapevolezza che la parola è «abito corto che non arriva alle ginocchia». Ciò nonostante la scrittura continua per amore e il mondo deve fermarsi ad ascoltare la chiamata di una donna che lotta con i suoi pensieri.