«Quest'ordine universale, che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno tra gli dèi o tra gli uomini, ma sempre era, è e sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura» afferma Eraclito nel frammento 30 della sua celeberrima magnus opus dei «Frammenti», e questo è ciò che Marco Pellegrino s'impose di fare anni or sono, nello sforzo di testimoniare ciò che da Sempre e per Sempre è e mai può non essere: la Verità filosofico-poetica di Marco Pellegrino è lo sforzo atavico di testimoniare concettualmente ciò che è da sempre sotto gli occhi di tutti, ciò che si dis-velerà sempre di più come quel tremendum Atto Puro dal quale giammai potremmo rifiutare in quanto parte integrante di ciò che da Sempre «in carne ed ossa» necessariamente siamo destinati ad accorgersi d'incarnare. «Come potrebbe uno nascondersi a ciò che non tramonta mai?» si chiedeva il grande Eraclito; Marco Pellegrino in quest'ultima grande opera condensa l'essenza del suo filosofare in una versificazione poetica che ha intrinsecamente come scopo l'ardire di voler sciogliere in parole il Grande Sillogismo che ogni ente (ovvero ogni essere, ogni Cosa) Sa nel proprio Inconscio profondo di Essere. (Marlon Minetti)