"Interrogare l'assenza, svuotare le clessidre dell'umano, consegnare alla parola il perduto (forme, volti, nomi, profumi), affidare all'alfabeto delle nuvole i significati perché il mondo possa sembrare ancora abitabile, possa ancora farsi vasta terra d'amore, possa essere, ancora e sempre, luogo d'incontro con chi e con quanto in essa vive, con movenza d'onda o respiro animale, nel trascolorare di comete e stagioni, nell'imprevisto fiorire di gerbere, tra rovine e fango, tra scoglio e vento, alla ricerca del rosso e del suo bagliore, in attesa del salmastro. È in questo riverberare interiore, così come nell'annuncio di un dolore accettato, non pacificato, eppure condiviso, eppure solidale, e nello sguardo che nulla trattiene, che tutto sfiora con l'inquieta consapevolezza del qui e ora, dell'Io e del Noi, che va cercata la rara bellezza di Poesie dalle nuvole." (Anita Fabiani)