Ramella è il nome d'arte di Salvatore Di Martino e, con "ramellate", Ramella chiama gli scritti che sono presenti nel suo libro "Pillole di umorismo". Dal suo maestro Macario, Ramella ha preso uno sguardo clownesco sul mondo, il sano gusto all'intrattenimento da avanspettacolo, e una comicità surreale e allo stesso tempo di facile approccio, molto popolare, casta e leggera. "Pillole di umorismo" non è un testo del suo cabaret, ma un linro, una raccolta di racconti, motti di spirito, facezie, commenti, riflessioni, massime, luoghi comuni, favole senza morale, monologhi, scenette scemette, piccoli quadri di teatro sintetico di impianto futurista, che vede per protagonisti figure strampalate di amanti, pazzi e cavoli. L'obiettivo di Ramella è quello di far divertire, ma anche far riflettere. Il suo unico punto debole è che non riesce a rinunciare ad una battuta anche se è apertamente goliardica. Ci sono in questi scritti momenti imperdibili per la sintesi comica, per la sferzante satira. Ramella ama fare rimbalzare le parole, come un abile giocoliere che fa girare biglie colorate. C'è solo un racconto di questo libro in cui il comico lascia il posto all'uomo, come se sentisse il bisogno di dire che è fragile, come tutti gli esseri viventi. Un racconto che disegna lo stupendo legame tra lui e Pascal, il suo amato cane, che resterà immutato nel tempo, anche dopo la morte di Pascal. Presentazione di Antonio Petrocelli.