Il titolo di questo volume, che raccoglie gli articoli che il Maestro Favari ha pubblicato nel secondo dopoguerra sul quotidiano Libertà, dice già tutto, perché il nostro Mario era molto innamorato della sua Piacenza. In queste pagine troverete un divertente e vivido spaccato della vita piacentina di quel periodo: ci sono i giochi dimenticati come la "mülassa", il "pirolo" (una sorta di baseball dei poveri) o lo "sbaralimetro" (alzi la mano chi se lo ricorda o anche solo ne ha sentito parlare), i passatempi popolari, la fiera e le giostre, le case di ringhiera e le sassaiole tra i quartieri "nemici", gli spaccapietre del Trebbia e i sabbiaroli del Po, i personaggi ormai mitici come Padella. "Sono testi connotati da una prosa esemplarmente fluida, mai banale. Uno spirito piacentino profondo ne unifica la multiformità dei temi. Scritti per il loro tempo, hanno resistito benissimo e ora ci si offrono come testimonianza di un protagonismo pedagogico e civico che è bello ripassare riga dopo riga" (dalla prefazione di Pietro Visconti).