"L'ermeneutica ha scelto come piste preferenziali, sin dalle sue stesse origini, la ricerca della verità, la sua interpretazione e comprensione nel corso della storia umana, la sua possibile comunicabilità, la sua portata umanizzante plasmata in un universo che non si è solamente declinato e risolto in un ambito prettamente teoretico, ma è restato anche indissolubilmente legato a quella sfera di certo ardua della ricerca sapienziale, che è l'operazione morale tipica della speculazione della filosofia pratica. Il lavoro imponente che dunque l'ermeneutica ha governato nel corso del tempo, è stato quello di tentare di coniugare l'orizzonte teoretico-speculativo con quello schiettamente incarnato dell'ortoprassi, senza perdere mai di vista il fondamento che rende la scienza ermeneutica della tradizione già antica coincidentemente scienza filosofica, vale a dire amore e conoscenza della verità. Questo filo che vede avvitati insieme la dimensione teoretica con quella pratica, e che ha sin dalla sua genesi caratterizzato la storia dell'ermeneutica veritativa, è rinvenibile stabilmente nella pluridecennale ricerca aggiornata di Gaspare Mura, la cui opera rappresenta uno dei casi più significativamente approdati di sintesi del fondamento della scienza ermeneutica veritativamente impostata, nella declinazione drammatica, per usare un termine caro a Platone, della speculazione stessa, con le analisi delle implicazioni pratiche tipiche dell'azione e della scelta umana." (Dall'introduzione di Cristiana Freni)