Non è consueto né facile leggere un libro di poesie, a maggior ragione se sei abituato a vedere chi le ha scritte nella veste di cabarettista, divertente e sfrontato umorista. Quanti, conoscendo Ivaldo nei suoi aspetti più scoperti e appariscenti, avrebbero mai potuto immaginarlo nella veste di poeta? Ma a ben pensare l'umorismo, l'ironia e la poesia hanno nell'analisi e nell'introspezione dell'animo una radice comune dalla quale poi prendono direzioni diverse, spesso però coesistendo, intrecciandosi in un ordito dalle molte sfaccettature. Sono due facce della stessa medaglia, apparentemente opposte ma indissolubili; in fondo il clown non ha forse una lacrima disegnata sul viso? Chi conosce veramente Ivaldo quindi non si stupirà di questa sua seconda fatica, che di fatto rappresenta il naturale compendio di " Pillole + o - dolci di un veterinario " nel definire e completare la sua vulcanica personalità. Sono pezzi che vanno letti con la giusta condizione di spirito. Bisogna essere pronti ad accettare questo sorprendente contrasto con quello che si vede esteriormente dell'uomo.