Fuori da cliché e retorica, una storia vera e profondamente umana, raccontata in modo diretto dalla stessa protagonista, Zézé. Le due giovani autrici hanno incontrato a lungo Valérie Zézé, uscita dalla sua nona detenzione, e finalmente cosciente e autonoma. La prigione non è un hotel per delinquenti, questo appare chiaro durante tutto il racconto. Zézé, tossicomane con un figlio, attraversa il dolore, l'impotenza, la furia, la solitudine e lo scambio. L'amore per il figlio la fa riflettere sulla sua dipendenza. Dopo un lungo soggiorno coatto, che il lettore vivrà in prima persona, entrando in un mondo chiuso che, per quanto se ne parli, ci resta sconosciuto, Zézé con il supporto di un'Associazione, ha un incontro importante, la nascita di un'amicizia tra donne, e la sua svolta definitiva. Un libro per capire molti temi del nostro tempo, la prigione, la droga, le dipendenze, i meccanismi sociali di segregazione, raccontati con voce ferma e sincera. In prima persona.