Volgersi indietro, guardare verso il passato, provare quel sentimento così profondo e così umano che è la nostalgia che è insieme nostos, ritorno, ma anche dolore. Questo esercizio della nostalgia è dentro ogni pagina di questo singolare zibaldone. Una sorta di diario dei sentimenti che parte dall'infanzia. Sono pagine dentro le quali ogni bambino cagliaritano che abbia più di sessant'anni non può non riconoscersi. Era quella città, che non esiste più, dentro la quale un bambino poteva inventare il suo mondo e dettare le regole di un gioco che sembrava senza tempo, rendeva infinite quelle giornate estive dove ancora ai bambini era regalata la possibilità di girare le strade fino al confine delle tenebre, scoprire da soli il senso del proprio "essere al mondo". Questa ricerca di sé ha condotto Aldo Lotta divenuto adulto verso sentieri impervi, il suo lavoro, la sua specializzazione, lo hanno costretto a guardare negli occhi la "sofferenza" degli altri.