Dal 2016 il mondo non è più lo stesso. La Brexit, la vittoria di Trump negli USA, il No al referendum in Italia hanno inviato ai poteri occidentali un forte segnale di protesta. Se per i media e i vertici politici questi eventi sono stati del tutto imprevisti, per chi aveva compreso gli errori commessi dalla classe dirigente degli ultimi 40 anni il destino era già scritto. Dopo aver anticipato il successo di Donald Trump con il libro "Perché vince Trump" (quasi seimila copie vendute in sei mesi), l'analista americano Andrew Spannaus volge lo sguardo al 2017, con le elezioni nei più influenti Paesi europei. Cosa potrà accadere ancora, e perché? La questione è se i governanti saranno in grado di rispondere in modo efficace alle istanze di quella larga fetta di popolazione lasciata indietro dalla globalizzazione economica e finanziaria. Per inquadrare realmente i movimenti populisti e i gruppi nazionalisti in questa fase occorre analizzare in profondità i meccanismi che hanno indebolito la classe media e hanno creato un senso di insicurezza fra molti settori della popolazione. Le dinamiche che hanno portato alla vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti sono presenti anche in Europa, e sollevano dubbi sulla futura forma politica del continente, ma ancor prima sulla sostanza delle politiche da perseguire. Per capire i contorni del problema, Spannaus analizza il ruolo degli Stati nazionali nati con il sistema di Westfalia, per poi valutare punto per punto le argomentazioni in favore di un rafforzamento dell'Unione europea. Se non vuole soccombere contro i nuovi competitor globali, l'Occidente è chiamato a fare i conti con i suoi errori e riprendere a perseguire i suoi principi fondanti.