Le politiche della seconda Repubblica, al di là delle enunciazioni, non hanno ridotto il deficit e il debito pubblico, la disoccupazione, la frattura generazionale fra giovani e anziani, la spesa pubblica improduttiva, la sperequazione fiscale, il giustizialismo, la finanziarizzazione dell'economia, il divario tra il Nord e il Sud del Paese, la negazione dei diritti sociali ai meno abbienti, l'insostenibilità sociale, il divario di genere, il "cinismo" mediterraneo. Insomma, la seconda Repubblica ha acuito le disuguaglianze senza rendere più libere le persone. Il fiscal compact ha inciso sulla decrescita del PIL italiano in picchiata già da un ventennio. C'è nell'aria una forte domanda di socialismo liberale sinora disattesa. Sono queste le ragioni di questa riflessione che non mistifica gli errori di una parte politica ma la invita a conoscere se stessa, senza veli ed ipocrisie, infingimenti, autoelogi e autoassoluzioni. Il libro vuole essere una speranza nel socialismo liberale come rinascenza sociale. Prefazione di Frans Timmermans e con i contributi di Salvo Andò, Domenico Pittella, Francesco Ronchi, Antonella Napoli, Anna Lucia Valvo.