Nel corso dell'ultimo decennio, con l'affermazione internazionale dell'Italian Theory o Italian Thought, si è riflettuto sui tratti costitutivi di una "via italiana" del pensiero che non trova il suo fondamento nel legame con un'identità nazionale, bensì nel nucleo che il suo situarsi storico-politico instabile consente di mettere a fuoco, ovvero la possibilità di esplorare, in modo originale e sperimentale, i nessi tra storia, vita e politica. Se, in questa prospettiva, il pensiero è immanente alle forme di vita e dell'esperienza estetica, appare allora cruciale riconoscere il ruolo della dimensione visuale e i modi in cui le arti, il cinema, il design, il paesaggio abbiano incarnato e pensato le forme dell'esperienza storica attraverso le logiche del sensibile che sono loro proprie. I saggi di questo volume propongono una riflessione intorno all'idea di Italian Visual Thought: non solo un'indagine sui modi in cui le forme artistiche e del progetto "pensano" alcuni tratti caratterizzanti la storia e la cultura italiana; ma anche l'ipotesi che proprio questo pensiero immanente alle forme sensibili costituisca il contributo originale di una via italiana alla cultura visuale.