Questo studio si propone di interpretare la figura e l'opera di Walter Benjamin, sottoponendole a una forma di "riduzione" di matrice fenomenologica volta a mostrare come esse rechino la traccia di un'intrinseca kenosi. Se assai arduo sembra riuscire ad assegnare anche solo una esatta fisionomia all'autore berlinese, perché la sua stessa complessione è nascosta, elusa, come mimetizzata nella sua stessa riflessione, quasi che la sua assoluta lucidità fosse incompatibile con la realtà corporea, è soprattutto nei suoi scritti che si coglie la "consunzione" del divenire dei fenomeni nel loro essere nel tempo, in quel tempo che a sua volta, nel suo istantaneo balenare, si frattura e deforma prima di venire a mancare, lasciando essere unicamente un puro vuoto in cui tutto dilegua.