Partendo da una lettura originale della dialettalità di Pasolini (specialmente illuminante il dialogo «de loin» con Gianfranco Contini), Ferri evita le zone abitualmente frequentate dalla critica per affrontare il nodo della scrittura pasoliniana in modo esaustivo e con pungente attenzione. Il rapporto Gramsci-Contini, come tutto il pensiero linguistico che Pasolini affabula all'ombra di questi suoi Dioscuri, e con la vitale mediazione di Carlo Emilio Gadda, viene analizzato rifiutando la posizione di chi considera tale pensiero 'dilettantesco' e mero strumento per contingenti dichiarazioni di poetica, esso assume anzi il valore di strumento per penetrare nello stile e nel messaggio dello scrittore e della sua opera.