"La collaborazione tra pubblico e privato nella gestione di attività di pubblico interesse costituisce uno degli oggetti più indagati degli ultimi vent'anni e senz'altro quello più controverso e dibattuto. Quale che sia il modello di interazione, economisti, aziendalisti, giuristi e scienziati dell'amministrazione vi si sono accostati e tuttora vi si accostano gravati dal peso dogmatico e ideologico delle proprie convinzioni, che si fa tanto più forte quanto più è "sensibile" l'ambito in cui amministrazione e privati sono chiamati a collaborare. La sanità, la scuola e la gestione dei beni culturali rappresentano, sotto questo profilo, il terreno in cui la discussione assume maggiore asprezza, venendo messa in evidenza da alcuni la contaminazione della missione pubblica di soddisfazione dei bisogni costituzionali primari e da altri la funzione, non sussidiaria ma fondamentale, dei privati in attuazione dei precetti costituzionali. Accanto a posizioni radicali sono molte quelle temperate, volte a tentare di dimostrare i fondamenti della collaborazione tra le istituzioni pubbliche e i soggetti privati e le virtù indotte da un sistema nel quale si muovano entrambi coordinati da regole ben definite." (Dalla Prefazione)