Il volume, pubblicato nella collana "Scritti", si interroga sul rapporto con la letteratura di Paolo Fossati (1938-1998), ricordato come uno dei critici d'arte più magnetici e controversi del panorama italiano del secondo Novecento. Studioso di futurismo (1977) e di pittura metafisica (1988), di Lucio Fontana (1970) e di Fausto Melotti (1971), Fossati deve soprattutto alla militanza sulle pagine dell'«Unità» la propria fama di polemista e di smascheratore del malcostume istituzionale (dalla cattiva gestione delle gallerie torinesi al nepotismo internazionale dei critici). Uscendo dalle polemiche legate alla personalità del critico o all'attendibilità dei suoi giudizi sugli artisti, questa antologia intende mettere in luce un aspetto implicito ma trasversale nella scrittura di Fossati, raccogliendo testi vari in cui la letteratura entri, a diverso titolo e con un diverso grado di centralità, nello stile dell'autore. La letteratura rappresenta per Fossati un autentico "metodo dello sguardo", un allenamento alla decifrazione del reale, in un continuo zapping tra la superficie del quadro e il sistema di codici che lo circondano, dai libri alla società. Questa antologia è un palinsesto aperto, non un'opera completa o 'tuttologica' ma una combinazione di tessere tematiche, che accosta saggi 'ripescati' a cataloghi sommersi, spezzoni di monografie ad articoli di giornale, in un montaggio orientato ai contesti, per continuare a interrogarsi sulla dimensione letteraria di Fossati, che ha restituito il Novecento italiano "rivelandone i continui travasi fra i generi visivo e narrativo" (B. Pedretti). Il volume fa parte di "Scritti", una collana di antologie scelte, affidate ogni volta a curatori, studiosi diversi che raccolgono saggi e articoli, spesso difficilmente reperibili. Testi, ritrovati e riscoperti, riuniti in corpus consistenti che propongono letture talvolta difficili e sfidanti, a cui rivolgersi e tornare anche oggi "in un momento di crisi della critica d'arte nel nostro Paese".