Ferdinando di Borbone fugge a Palermo con la sua corte nel 1798 protetto dagli Inglesi. Ha perduto Napoli, le sue ricchezze, un figlio nella traversata. Eppure non si perde d'animo e appena arrivato si dedica alle sue passioni preferite: la fondazione di riserve dove poter esercitare la caccia, gli allevamenti e la pesca. Nella "Palermo dominante" Ferdinando e suo figlio, il principe ereditario Francesco, vollero riserve separate, una ai Colli e l'altra a Boccadifalco perché l'uno prediligeva la caccia e l'altro la sperimentazione agricola. Qui introdussero attrezzi e tecniche agricole già in gran parte sperimentate a Napoli ma nuove per l'Isola, una produzione casearia che la Sicilia non conosceva, nuove razze per la caccia e l'allevamento, piante esotiche e rare oggetto di studio e altre alla base di una futura produzione su scala. Questo libro racconta, con dovizia di particolari, frutto di ricerche d'archivio, la storia di queste riserve quando ci vivevano i Borbone. La novità di questo volume consiste nell'indagine venatoria e botanica, nella storia delle tenute aggregate, nella ricostruzione della vita quotidiana che si conduceva alla Favorita e a Boccadifalco.