Pubblicato a Zurigo nel 1936, il libro è una raccolta di non-racconti metaforici. È inutile cercarvi delle trame: la preoccupazione principale dell'autore è cogliere, attraverso una micro-osservazione del mondo, la simbologia e il significato di certi meccanismi della mente umana, talvolta misconosciuti o dimenticati. La rilettura di questi racconti dimostra come essi fossero allora graffianti e carichi di attualità e, oggi, ancora ben vivi e vitali. Quella di Musil è una scrittura raffinata e scorrevolissima, a tratti ipnotica; accomuna riflessioni che raggiungono significati che si liberano del fatto contingente, a cui sono legati e per cui sono stati espressi, e diventano solo il pretesto per andare oltre verso l'universalizzazione. È questo a far sì che l'opera mantenga una particolare freschezza e attualità.