Il paesaggio non è solo una realtà naturale, ma è una condizione culturale, una rappresentazione, una metafora. Tuttavia il paesaggio in questo caso non è né quello naturale, né quello rappresentato, si tratta invece di un paesaggio umano-artistico. Il titolo fa riferimento agli artisti italiani a partire dalla generazione Zero a oggi. Nel volume si narra di un paesaggio attraversato da traiettorie e culture provenienti da luoghi diversi, un panorama dai confini frastagliati: un discorso su un paesaggio storico e immaginario che si sviluppa in verticale, perché i racconti degli artisti scendono in profondità, scavano nella storia e arrivano alle radici, e in orizzontale, perché le immagini spaziano in territori e luoghi lontani. Paesaggio e paese hanno la stessa radice: questo paesaggio antropologico delinea un panorama delle ultime generazioni di artisti e lo colloca sullo sfondo delle vicende del paese che non sono ormai solo italiane, ma si intrecciano a quelle della scena internazionale. Siamo su confini labili, ma su radici profonde, non più solo le nostre, non più soltanto nostre.