La Commedia di Dante è una grande fabbrica di parole, in cui l'esperienza inaudita del viaggio nell'oltremondo impone al poeta di oltrepassare i limiti della lingua di cui dispone. I numerosi neologismi sono il mezzo che consente a Dante di dare corpo poetico e linguistico a una dinamica di trasformazione che è contemporaneamente del soggetto e del lessico. Essenziale nel discorso dantesco, questa dinamica della parola costituisce per il traduttore una sfida estrema. La ricostruzione di cinque secoli di tradizione delle traduzioni francesi del Paradiso consente di osservare come i traduttori del poema, confrontati alla copiosa onomaturgia dantesca, abbiano sondato limiti e potenzialità della propria lingua, con una disponibilità o una reticenza che risponde a fattori a soggettivi, ma che è anche il frutto del confronto con i predecessori e con il contesto linguistico coevo.