Brossura con alette, 90 ill. a colori, 60 in b/n. Chi è stato Licini? In un’epoca come la nostra, in cui tutto è light e soft, potremmo dire che è stato il poeta della leggerezza: un artista intensamente capace di esprimere una condizione di levità, sia nell’uomo (le sue figure perennemente "in bilico"), sia nell’universo, che lui popola di angeli ribelli, lune che galleggiano nel cielo, personaggi volanti.
Licini è stato un artista "eretico", come lui stesso si definiva. Negli anni dieci ha aderito al futurismo, senza mai essere futurista. Negli anni venti ha dipinto paesaggi e nature morte, ma infondendo in quei soggetti statici una tensione emozionata. Negli anni trenta è stato un protagonista dell’astrattismo, ma non è mai stato un freddo creatore di geometrie. Diceva anzi: "Dimostreremo che la geometria può diventare sentimento, poesia". Negli anni quaranta ha dato forma a un mondo visionario: lune, demoni, personaggi mitici.
Europeo come pochi artisti italiani (ha vissuto a Parigi dal primo dopoguerra alla metà degli anni venti), ha scelto poi di abitare nel paese marchigiano, piccolo come un presepe, dove era nato: Monte Vidon Corrado.
Da tutti questi felici contrasti, e da questa sua intensissima carica visionaria, è nata una delle opere più suggestive e poetiche di tutto il ventesimo secolo. E, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, non smette di affascinarci.
Il volume, che ripercorre tutta la pittura dell’artista, comprende saggi di Elena Pontiggia, Enrica Torelli Landini, Stefano Papetti, Mattia Patti.
Who was Licini? In a period like the present, where everything is light and soft, we could say that he was the poet of lightness: an artist intensely capable of expressing a state of levity, both in the human figure (his figures always seem precariously balanced) and in the universe, which he fills with fallen angels, floating moons and characters in flight.
In his own words Licini was a "heretic" artist. In the first decade of the 20th century he joined Futurism, without ever being a futurist. In the 1920s he painted landscapes and still lifes but managed to imbue these static subjects with nervous tension. In the 1930s he was involved in Abstract art, but he was never just a detached creator of geometric patterns. Indeed, as he said: "We will prove that geometry can become sentiment, poetry". In the 1940s he created a visionary world inhabited by moons, devils and mythical characters.
The most European of Italian artists (he lived in Paris from the end of the First World War to the mid 1920s) he then decided to move back to Monte Vidon Corrado, the village in the Marche region, as tiny as a nativity scene, where he was born.
All of these felicitous contrasts, and his intense visionary energy, give rise to one of the most evocative, poetic oeuvres to come out of the 20th century. And fifty years after his death, these works not only continue to fascinate us.
This book, which explores the entire oeuvre of the artist, includes essa