I quaderni dei "Grundrisse" rappresentano il tentativo ampio e sistematico di Marx di affinare "l'arte di operare con i concetti" nel campo specifico dell'economia politica, sviluppando un proprio metodo di analisi. Non era un terreno ignoto a Marx, il quale, anche grazie ai suoi studi di economia classica, aveva aderito alla concezione materialistica e aveva iniziato la sua critica all'economia politica. Dopo la sconfitta proletaria del Quarantotto e l'avvio dell'espansione globale segnalata dalle nuove scoperte dell'oro americano, Marx ed Engels nel 1850 si posero il compito di "fornire una trattazione scientifica completa dei rapporti economici che costituiscono la base del movimento politico complessivo". Una scelta di scienza e una scelta dettata dalla lotta, che richiese diversi anni e diversi tentativi per raggiungere la forma del "Capitale". Un'analisi scientifica che indica le possibilità aperte all'umanità dallo sviluppo delle forze produttive e dalle lotte prodotte da squilibri e catastrofi che il modo di produzione capitalistico riproduce alacremente. La militanza comunista è rivolta a questa possibilità e a questa necessità della storia.