La riforma, che Giovanni Gentile realizzò nel 1923, costituisce tuttora il fondamento della scuola italiana. Divenuto ministro della Pubblica Istruzione nel 1922, Gentile poté attuarla in pochissimo tempo, portando a compimento sia un progetto filosofico - quello attualista - di ampio respiro, sia le istanze concrete che egli aveva elaborato negli anni. Dei tre volumi qui raccolti, Educazione e scuola laica e La nuova scuola media esprimono le idee portanti espresse prima della riforma, quali il significato stesso della pedagogia e della sua identificazione con la filosofia; l'esigenza di un ripristino dell'insegnamento della religione per consentire nella scuola, oltre all'acquisizione degli elementi del sapere, la formazione di una coscienza morale; la presenza di una scuola elementare di Stato in ogni Comune; la difesa della libertà di insegnamento; il problema dei programmi delle varie discipline; il ruolo dell'insegnamento della filosofia; la necessaria preparazione degli insegnanti. La riforma della scuola in Italia presenta non solo diverse interviste e vari resoconti sugli intenti della riforma, ma ne illustra i princìpi fondamentali, soffermandosi sui tanti aspetti affrontati, dalla riforma universitaria e dalle istituzione di nuove sedi, alle professioni di ingegnere e di architetto, alla funzione del giornalismo, alla riforma dell'istruzione artistica, all'esame di Stato e così via.