Nell'Italia del secondo dopoguerra, Spazialismo e Arte Nucleare hanno rappresentato due movimenti fortemente originali e alternativi rispetto alle tendenze sostenute dal dibattito critico ufficiale, schierato all'epoca in una sterile opposizione tra Realismo e Astrazione. Polarità artistiche tra le più vitali in una Milano appena uscita dalla tragedia bellica, ma subito proiettata verso la ricostruzione, questi movimenti sono stati accumunati da una tensione alla contemporaneità, da un'adesione a quell'età "atomica" e "spaziale" che aveva aperto "nuovi infiniti orizzonti" immaginativi. Il polimorfismo e l'idealità restia a confini stilistici o contenutistici, che hanno caratterizzato, pur nelle differenze, entrambi i movimenti, sono stati terreno fertile per l'allargamento dei raggruppamenti iniziali, la maturazione delle singole personalità e la costruzione di significativi dialoghi internazionali. Centrata sulla catalogazione e sullo studio del ricco e importante nucleo di opere spaziali e nucleari della Collezione Luciano Lanfranchi, la pubblicazione ricostruisce la nascita e gli sviluppi dello Spazialismo e del movimento Arte Nucleare, contestualizzandoli nel coevo panorama di ricerca nazionale e internazionale. Ogni volume comprende un ampio saggio storico-critico introduttivo di Luca Massimo Barbero illustrato da opere e documenti riprodotti come minimali o a pagina intera; uno o più contributi su argomenti specifici accompagnati anch'essi da illustrazioni; le tavole e le schede tecniche delle opere della Collezione Lanfranchi introdotte da inquadramenti biografico-critici per ogni autore; un'aggiornata sezione di apparati (cronologia dei due movimenti, elenco delle Esposizioni, Bibliografia, eventuale antologia di scritti con interviste e testi critici dell'epoca).