Nell'introduzione di Costantinopoli, libro scritto da Edmondo De Amicis e ripubblicato da Einaudi nel 2007, Umberto Eco descrive Istanbul come "Una e Trina", raccontando di una città mitica e fascinosa, che andrebbe scoperta a poco a poco, perdendosi tra le sue strade e lasciando gli occhi liberi di cogliere le molteplici diversità che la caratterizzano. Nella stesura di questo volume della collana On the Road dedicato a Istanbul ci siamo resi conto anche noi che passeggiare per le vie della metropoli significava affrontare un viaggio tra spazio e tempo, attraversando civiltà ed epoche diverse. La lettura di questo luogo passa infatti attraverso l'esplorazione dei suoi tanti strati che si sono sovrapposti nei secoli e che continuano a generarsi nella contemporaneità, determinati da un intricato intreccio tra conservazione e modernizzazione. Istanbul viene così proposta in cinque itinerari, in ognuno dei quali trapela la grande complessità di questa capitale che convive con le sue numerose identità. Un lungo viaggio che parte dal centro storico, dove risiede la maestosa Basilica di Santa Sofia, simbolo della città e dell'architettura bizantina, per spostarsi in direzione di Beyoglu, distretto dalla forte influenza europea, ricco di musei e gallerie d'arte. Qui l'Istanbul Modern di Renzo Piano si relaziona con i monumentali edifici di epoca ottomana come la moschea cinquecentesca Kilit Ali Pasa di Sinan, la moschea barocca Nusretiye, il palazzo estivo Tophane Kasri e la fonderia di cannoni Tophane-i Amire; una superfetazione urbana dove opere architettoniche di oggi si confrontano con quelle delle antiche civiltà, caratteristica che si accentua ulteriormente spostandosi a nord nelle zone di Besiktas e La parte europea della città continua a essere esplorata anche nelle aree di Kagithane, Besiktas, Sarlyer ed Eyup dove risiedono alcune delle infrastrutture più importanti come i ponti Fatih Sultan Mehmet Koprusu e Yavuz Sultan Selim, vere e proprie opere d'avanguardia, che consentono il collegamento tra la parte europea e quella asiatica. Viene infine toccata l'altra sponda del Bosforo; in particolare i distretti di Kadikby, Uskeiar e Atasehir che rappresentano le aree di sviluppo della città, più dense di architetture contemporanee, dove anche gli edifici di carattere religioso si distinguono dalle moschee del centro storico. Con questa guida cogliamo quindi l'occasione per rendere omaggio ai luoghi complessi che caratterizzano una città a cavallo tra due continenti, che da secoli mescola culture, religioni ed estetiche differenti. Che gli itinerari suggeriti possano essere dunque uno spunto, ma anche un invito a perdersi in una città che nel corso della sua storia ha cambiato nome, da Bisanzio a Costantinopoli fino all'attuale Istanbul, senza davvero smettere "di essere la stessa".