Paola Saporiti si è dedicata, presso la Casa di reclusione di Milano Bollate, ad attuare percorsi di filosofia pratica, compiuti insieme a persone libere e persone detenute attraverso incontri di varia natura. La sua idea è stata di muoversi partendo da ciò che, a suo parere, Socrate chiedeva alla filosofia: entrare nella vita quotidiana, lavorare sui pensieri irrazionali, per scacciarli e sostituirli con pensieri critici e capaci, dopo un lungo esercizio, di influenzare le nostre emozioni. Il risultato della sperimentazione non riguarda la pena inflitta dal tribunale o dalla corte: quella resta invariata. Cambia invece il rapporto che coloro che la stanno scontando hanno con la propria intimità, con la sofferenza che l'esecuzione della condanna determina. Si tratta di un percorso che contribuisce a far riacquisire il senso della propria dignità, e quindi a rimediare ai guasti che la commissione del reato ha provocato anche in chi l'ha commesso.