La determinazione con la quale Fabrizio Spucches affronta le contingenze collettive è unica. Il suo lavoro si origina dalla necessità di capire ciò che ha di fronte. La sua fotografia non è mai una provocazione fine a sé stessa, anzi, il suo sguardo ha il potere di scovare e conseguentemente certificare le innumerevoli contraddizioni della nostra vita. Si tratta di un modus operandi che inevitabilmente viene riproposto nell'esperienza di NoWay!: un percorso visivo orientato a cristallizzare un concetto comune, quello della memoria che, altrimenti, rischierebbe di subire una perpetua vanificazione. NoWay! - tradotto dall'inglese, significa "non se ne parla nemmeno" oppure "fori discussione"- riesce ad aggirare l'inganno della fotografia e costringe il pubblico a prendere atto di una tragedia alla quale oggi è impossibile sottrarsi.