Bianca Bruno ha scritto un libro senza saperlo. Un libro fatto di volti, sguardi, battute, riflessioni, confessioni, contatti fisici e domande. Tante domande, di quelle che mettono nei guai, che scombussolano tutti i tuoi saperi. Perché alle domande e alle arguzie linguistiche dei bambini è sempre meglio abbozzare un tentativo di risposta piuttosto che lasciarle cadere nel vuoto. Lo ha capito bene l'autrice che racconta con ironia le avventure di una mamma alle prese con i suoi due figli, Alice e Marco, mentre cerca di far quadrare gli affanni quotidiani, le trasformazioni della vita, i sogni da coltivare, i momenti di debolezza, le gioie che due/quattro manine riescono ad infondere quando ti agguantano senza mollare più la presa. Un diario in cui si piange, si ride, si scherza, si soffre, si cade, si sogna, si riflette, si aspetta. E soprattutto si cresce. Sempre insieme, con la forza che rinasce ogni giorno, ogni volta che da lontano una vocina senza risparmiarsi chiama il suo bene più prezioso: "Mam-ma-mam-ma".