I sei saggi raccolti in questo volume intendono disegnare uno spaccato delle tendenze narrative più significative degli anni Zero. Anni caratterizzati dall'indubbio primato del romanzo realista tradizionale, visto dagli scrittori come lo strumento più efficace per narrare il proprio tempo e forse anche per recuperare una funzione civile ormai smarrita. Tuttavia quello attuale è un contesto in cui la realtà, anche a causa della onnipervasiva presenta dei mass media, si è trasformata - per dirla con Walter Siti - in una "post-realtà", cioè in una realtà intermedia in cui la rappresentazione ha sostituito le cose, riducendo la vita a simulacro. Per questa ragione il racconto dell'oggi non può che coincidere con il racconto di un io, innalzato al ruolo di testimone e/o interprete di fatti veri o fittiziamente veri. Oppure esso viene filtrato attraverso la riscoperta di un passato riattualizzato in una chiave tendenzialmente "politica": da qui la scelta del romanzo cosiddetto neostorico, fondato su una rivisitazione problematica del nesso passato-presente. Lungo questi binari si muove la ricerca degli autori i quali si sono rivelati capaci di riaffermare, anche a costo di uno spietato e crudele autodafé, le ragioni della letteratura, sottraendola a quella dimensione di entertainment ed info-tainment di massa, cui l'ha relegata l'industria culturale.