L'isola di Eufrosine è immersa in una quiete e in un'armonia eccezionali: salda nelle istituzioni, prospera nell'economia, con un alto tasso di felicità e benessere degli abitanti. Ma in una tiepida mattina di ottobre approda sulle sue coste Timoteo Crisostomo, una sorta di Messia venuto da lontano che parla di religione e di Dio, impartisce precetti morali e dogmi teologici, e la sua predicazione trova un'eco segreta nel cuore degli eufrosinoti. Inspiegabilmente improvvisamente, la perfetta struttura sociale del Paese vacilla. Lo Straniero semina il germe dell'invidia e del sospetto, sobilla il popolo, lo porta ad una rivolta che rovescia il governo e si conclude con la distruzione dell'isola. Un narratore onnisciente racconta minuziosamente la storia di questo Luogo mitico con un linguaggio raffinato e coinvolgente che mima anche la cronaca e il reportage. È un romanzo allegorico avvincente ed elegante, ricco di allusioni alle vicende italiane, viste con sguardo ironico e disilluso. È una riflessione sul potere, sulla natura degli esseri umani, che parte dall'Utopia e arriva al Disincanto.