Nostra signora dei calzini ritorna in una versione "deluxe", l'esordio della poetessa più pop del nuovo millennio si confronta con l'adesso, muovendosi tra le pieghe del quotidiano, come fosse un cassetto di calzini spaiati in cui frugare. Poesie in cui si cerca la misura di quel che si è, tentando di mettere ordine tra le cose di sempre, celebrando lo slancio vitale, ora timido, ora sfacciato, talvolta maldestro, da sorriderci su. È un canto quello della Signora dei calzini, e dice di andare, anche senza scarpe, anche coi calzini bucati, e se si è scalzi tanto meglio. C'è un sole abbagliante lì fuori, vanno aperti gli armadi, le porte, le finestre, per far uscire l'aria vecchia e far entrare la vita che sfugge agli occhi.