"Noi non contiamo perché siamo nate in Afghanistan, moriremo lentamente nella storia. Non è divertente?". Sono queste le frasi scandite da una giovane donna afghana all'indomani dell'arrivo dei Talebani a Kabul. Le sue parole, e quelle di altre donne afghane con cui l'autrice ha avuto modo di dialogare da quel 15 agosto 2021, sono uno sprono per ognuno di noi e per tutta la comunità internazionale a riflettere su che tipo di umanità siamo e vogliamo essere. I fatti dell'Afghanistan vanno oltre l'Afghanistan, in quanto coinvolgono le nostre coscienze e il nostro impegno per un effettivo rispetto dei diritti fondamentali che siano universalmente goduti. Di questo non dobbiamo smettere di parlare. Lo dobbiamo alle donne afghane. Ma lo dobbiamo anche a tutti i giovani che non devono mai smettere di rinunciare a credere e impegnarsi per il loro domani.