"Non lo So" è un breve racconto che descrive un personaggio smarrito, un bambino consumato dal dolore, immerso nella quotidianità senza avere nemmeno la nozione del nome che porta. Significativa la crudeltà dei genitori che, con diabolica cattiveria, lo hanno estraniato dalla famiglia perché il numero dei figli si era già fatto troppo importante. Fuori di casa, dunque; per giunta senza nome: ecco il perché della locuzione da lui scelta, a buona ragione. I personaggi che via via egli incontra durante il suo vagabondaggio hanno tutti le caratteristiche dei protagonisti di un film horror. A un tratto, uno spiraglio di consolazione: due bambole di stoffa diventano quasi le coprotagoniste, a significare che in qualunque momento, sia pure il più buio, a ciascuno di noi basta aggrapparci a qualunque spiraglio, sia pure il più banale, ma che abbia il potere magico di darci sollievo.