Come ci rapportiamo con le notizie? Perché spesso non ci aiutano affatto a capire il mondo che vorrebbero spiegarci? Come dovrebbe essere davvero l'informazione per risultare uno strumento di crescita per il singolo e per la società? Domande provocatorie, com'è nello stile dell'autore, alle quali cerca di rispondere con un'analisi che parte da Hegel, il quale sosteneva che una società può definirsi moderna quando le notizie sostituiscono la religione come metro di paragone dell'autorità morale. Constatato che questo è già avvenuto, De Botton, da ateo impenitente, prova a dimostrare, con il suo stile aneddotico, che la nostra società non ha chiaro che tipo di informazione le sarebbe utile. L'effetto della cattiva informazione è deleterio. Ad esempio: se le notizie politiche sono generalmente percepite come noiose si rischia che la società perda interesse per il suo governo e che alla lunga la democrazia ne risenta. D'altro canto notizie frivole, come quelle di gossip, che suscitano invidia o ammirazione per i vip, potrebbero invece diventare uno strumento di crescita personale, se usate per conoscere meglio se stessi. Quindi chi fa informazione non deve sottovalutare questa funzione morale e sociale, spingendo il destinatario a prendere una distanza critica, invece di propinargli un punto di vista preconfezionato.