"E se non fosse ciò che siamo, ma la distanza da quel che poteva essere a definirci? Forse proprio l'estraneità e la lontananza - dal cuore delle cose, dal desiderio, dal senso - sono tra le cifre del nostro tempo. Basta poco, come fa il breve braccio di fiume tra lo Stato del New Jersey e le luci scintillanti di New York, a separarci dalla nostra Terra Promessa. In "New Jersey", il suo terzo libro di poesie, Marco Bini riporta questa metafora alla provincia emiliana, il luogo in cui si inscena l'"errore di progettazione" della natura umana: desiderante, ma incapace di raggiungere uno stato di grazia. Come scrive Cristiano Poletti nella prefazione «la provincia è così: non si afferra, non ne prendi esattamente tutti i contorni». La divaricazione è geografica, ma anche storica ed esistenziale: riguarda i sogni, gli affetti e il tempo non decisivo che sembriamo vivere, dove tutto è già successo, magari altrove. Se, come diceva Iosif Brodskij, «la poesia è la miglior scuola d'insicurezza che ci sia», "New Jersey" è un piccolo manuale in versi di insicurezze e ossessioni, zavorre e cicatrici, accanto ad accensioni liriche che sembrano lanciate all'inseguimento di un riscatto possibile."