Lidia è una pittrice quarantenne, ancora bella eppure morta dentro da quando, sette anni fa, ha perso il figlio ancora piccolo, misteriosamente scomparso in un parco. Da allora i suoi dipinti, che prima erano perfetti nello stile ma privi di vita, hanno smarrito la tecnica per lasciar spazio all'emozione: come se aver perduto l'anima avesse permesso ai quadri di averne una propria. Una notte Lidia incontra un ragazzino di dodici anni. Ha gli occhi nero petrolio, lo sguardo tagliente. Le sue piccole mani nervose che non trovano mai pace raccontano di un passato e di un presente tormentati. La sua storia, segnata dai traumi dello sfruttamento minorile, si intreccerà con quella della protagonista, in una vicenda il cui ritmo serrato conduce il lettore in un valzer di emozioni forti quanto inattese.