La Società non esiste più. È il tempo della non-Società la cui cifra è il degrado crescente e la precarietà materiale ed esistenziale. I colpevoli sono i nemici politici degli ultimi trent'anni almeno, personaggi sadici, inetti, profittatori che delle necessità di pace e benessere e del bisogno di speranza in un futuro migliore cui il consorzio umano anela hanno fatto strumenti di controllo e di dominio. Frustrando quelle stesse necessità con imposture ideologiche finalizzate a mantenere lo status quo, hanno instaurato i moderni fascismi che servono a indurre il caos e a gestire, piuttosto che a curare, la catastrofe sociale impostata sull'iperindividualismo, sfociato nell'ormai totale assenza di univocità nel perseguimento del bene comune. Conclusione scomoda e senza compromessi, a cui perviene Ricci, che torna al saggio sociologico a tredici anni dalla pubblicazione del suo "La teledittatura" e dopo una lunga incursione nel romanzo di denuncia con Amarkord (2005), Caos amore caos (2007) e Sbranando Dio (2012 e 2014).