"Nel ventre dell'Orca" è un racconto d'invenzione con tre protagonisti reali: Moshe Kahn, il traduttore in tedesco del romanzo di Stefano D'Arrigo, "Horcynus Orca"; il romanzo stesso; i luoghi in cui si svolge. Moshe, personaggio attonito della pagina in bianco e nero, per meglio entrare nello spirito del libro e riuscire a restituirne l'unicità anche in un'altra lingua, si stabilisce nel borgo marinaro di Torre Faro, a Messina. Tenta, da traduttore, l'azzardo di abitare il proprio e un altro mondo, un'altra Storia, di ascoltarne e restituirne le voci. Ma già durante il viaggio verso la Sicilia, personaggi e situazioni del romanzo lo risucchiano in un'atmosfera onirica e, fin dal momento in cui sbarca in città, il confine tra la vita reale e le pagine del libro si fa sempre più indistinto trascinandolo, come le correnti dello Stretto, in un gorgo di immaginario e ragione da cui rischia di essere travolto. E sarà lo sguardo 'da dentro' del traduttore a condurci ad alcuni episodi di "Horcynus Orca", alla sua travagliata creazione, alla figura enigmatica di Stefano D'Arrigo. Come l'autore - ci dicono le pagine di Michela De Domenico - il traduttore non fa che entrare nel ventre dell'Orca, nella metamorfosi insidiosa e feconda che sempre conosce la letteratura quando si traduce in altre forme. Qui l'"Odissea" del traduttore per la prima volta diventa fumetto. Con una nota di Moche Kahn. Postfazione di Caterina Pastura.