«Le edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi sono un fatto raro. Il loro spirito costitutivo è quello del dono che lega in un rapporto di generosa reciprocità il terzetto degli artefici (l'autore del testo, l'artista, l'editore-stampatore). Giunti ormai al numero 11.152, i libriccini di Casiraghi sono stati occasioni per la produzione di opere di piccole dimensioni (disegni, incisioni, collages, fotografie ecc.) da associare a un testo. Questo fa di ogni esemplare stampato un unicum. A chi scrive è capitato di contribuire con opere grafiche per 25 edizioni (per un totale di circa 700 fra disegni e collages). Il destino di questi lavori è quello della dispersione. A distanza di anni rimpiango di non averne effettuato la riproduzione. Fanno eccezione 114 operine: i 21 disegni inseriti nell'edizione 772, ottobre 1992 (Federico Garcia Romeu, Nubes y Pampa con Vaca); i 30 collages inseriti nell'edizione 8167, gennaio 2011 (per Gianfranco [Angelino]), i 30 collages inseriti nell'edizione 9054, ottobre 2013 (Silvio Mazza, Una poesia) e, infine, i 33 collages inseriti nell'edizione 9647, aprile 2016 (Angelo Casati, Ai soci di sconfinamento). Questi ultimi, qui pubblicati, sono nati dall'idea di Vittoria Cova di festeggiare gli 85 anni di Angelo Casati, il grande don Angelo. Il punto di partenza dei collages sono, in questo caso, dei cartoncini grigi di cm 14x10 posti in relazione con i materiali più svariati: carte, cartoni, reticoli di plastica, garze; persino vecchie lettere di un parroco di campagna (senza alcun valore documentale) reperite su una bancarella dall'amico Leo Nahon. Ad avviare il taglia-e-incolla è l'attrazione tra i colori. Il grigio, si sa, è il più socievole: mette subito a suo agio gli altri, siano essi tenui e delicatissimi (i gialli canarini, i celesti appena accennati) o forti e perentori (i blu, i rossi, il nero ecc.). Il grigio prende per mano il "compositore" e lo sospinge alla ricerca di più ampie interazioni e concertazioni. Un ruolo lo hanno anche i materiali: le qualità tattili, la risposta alla luce, la capacità di ospitare penombre, il combinarsi di opacità e trasparenze. Ogni "mossa" è un azzardo; l'approdo quasi sempre una sorpresa.»