La violenza, in svariate vesti, ha ruolo di protagonista in questi 18 racconti. Tradurla e rileggerla oggi è un atto politico tramite il quale impariamo ad acquisire familiarità con un linguaggio che a gran voce anticipava l'esigenza di un dialogo su fenomeni ancora tristemente attuali: molestie sul lavoro, abusi domestici, femminicidi. La violenza patriarcale è descritta con precisione spesso chirurgica e destabilizzante, scevra da giudizi e commenti pietosi. I diciotto racconti scelti sono un invito a entrare nell'universo bazaniano attraverso la rilettura, in una nuova traduzione, di alcuni dei più noti, Il pizzo strappato e Il revolver, e la scoperta di perle tradotte per la prima volta in italiano, come per esempio Naufraghe che dà il titolo alla raccolta e traccia la cornice di un quadro in cui disarmonia, precarietà e agitazione rendono tutte le protagoniste eroine fluttuanti, disperse in un mare iniquo e furioso. Queste correnti trascineranno verso il fondo molte di loro (Aria, Il viandante, La fidanzata fedele, Le calze rosse, Un criminale per bene, La scatola d'oro), mentre altre troveranno, sempre loro malgrado, la maniera di toccare la riva (Dalinda, Femminista, Spumante). Di diversa natura, Genesi e Palinodia aprono uno squarcio sull'antichità e il mito, testimonianze e ammonimenti circa la profondità di quelle acque così agitate, allegorie straordinariamente moderne.