Già dal titolo, di chiara ispirazione leopardiana, Francesco Campagna rimanda a una condizione, fisica oltre che psicologica, di spaesamento, di erranza, di sradicamento esistenziale. E di un fine e non predittivo esistenzialismo sarà intriso tutto il libro. È a una condizione in cui il paesaggio esteriore viene interiorizzato fino a entrare a far parte della mente, che il primo testo del libro si riferisce, tra elementi empirici, sinesteticamente riuniti in un'unica percezione. Cielo, odori e rumori si radunano nella richerche di quei sovrumani silenzi che continuano a rappresentare il contraltare credibile, verosimile del chiasso della contemporaneità. (dalla prefazione di Gisella Blanco)